Jem
Cohen - Amber City, 1999, 47'
Produzione:
Ondavideo (Pisa), Jem Cohen/Gravity Hill (New York)
"Spero
di riuscire a fare già ora qualche ripresa... Non
sono mai stato in Italia, e a quanto so è così
bella che se non filmerò qualcosa uscirò pazzo..."
(Jem Cohen) "Ambra (dall'arabo anbar) in greco è
èlektron, è dall'ambra (se strofinata si elettrizza
negativamente) che vengono i termini di elettricità
e di elettronica." (Sandra Lischi) L'opera di Jem Cohen
è la visualizzazione di un vero e proprio rapimento
visivo nei confronti di una città antica, densa di
cultura. Le immagini dell'autore newyorkese sono sempre
in bilico fra un'estatica fissità e un nervoso dinamismo.
La Pisa di Cohen è una città lunare, densa di
luci in movimento, notturna, in controluce, abitata da
personaggi che posano davanti all'obiettivo. Protagonista
dell'opera di Cohen, più che la città, è
la vita che respira al suo interno, con i suoi gesti indaffarati
o di riposo, le stanze approssimative, i piccoli traffici,
gli inconvenienti e imprevisti del quotidiano. Un vivere
fianco a fianco del passato e del presente: gli antichi
canti dei "Maggi" accanto ai rumori del traffico, musiche
di oggi accostate al canto e all'eco del Battistero. L'ulivo
e il cipresso sembrano ancora quelli dei dipinti antichi;
ma poi spuntano il volto sgargiante di Moira Orfei, l'insegna
di un supermercato.